Il
mobbing consiste nel vessare il dipendente o il collega di lavoro con diversi
metodi di violenza psicologica o fisica, con il fine di indurlo a dimettersi.
Alcuni
esempi di mobbing sono:
- svuotamento delle mansioni;
- continui rimproveri e richiami espressi in privato ed in pubblico;
- esercizio esasperato ed eccessivo di forme di controllo;
- esclusione reiterata del lavoratore da iniziative formative o aggiornamento professionale
Di per se il mobbing non è una malattia o una
patologia ma solo un problema
dell'ambiente di lavoro.
Infatti, in presenza di anticorpi psicologici resistenti alle vessazioni, non
si potrà richiedere alcun risarcimento poiché manca il danno.
Molte volte invece, il mobbing è causa di disturbi alla salute o danni economici.
Per danni alla salute si
intende non solo la sintomatologia psicopatologica (disturbi
d’ansia, depressione, disturbi del sonno ecc.) derivanti dalla condizione di stress prolungato,
ma anche problematiche di natura medica come gastriti,
cefalee, tachicardia, tremori, dermatiti ecc.
Inoltre non vanno trascurati i danni economici –
spesso il lavoratore esasperato può dimettersi, con prevedibili conseguenze negative sul piano
finanziario- sociali e familiare.
Anche se l'ordinamento italiano non
prevede una disciplina specifica per il mobbing, la tutela al lavoratore si
garantisce comunque con norme legate al risarcimento per i danni non patrimoniali ed alla tutela della salute.
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