Sicurezza, Qualità e Privaci in azienda

giovedì 31 dicembre 2015

CAPODANNO IN SICUREZZA

Per utilizzare in sicurezza i botti di capodanno occorre seguire semplici regole (anche se non esistono fuochi di artificio sicuri: perfino le stelline, bruciano a 300°C e perciò sono in grado di provocare incendi sui tessuti.)
  • I giochi pirotecnici autorizzati e in libera vendita devono riportare sulla confezione un’etichetta con il numero del decreto ministeriale che ne autorizza il commercio, il nome del prodotto, la ditta produttrice, la categoria d’appartenenza e le modalità d’uso.
  • Al momento dell’accensione, non bisogna mai avvicinare viso e occhi alla miccia. 
  • I botti vanno accesi all’aperto, lontano da case, automobili e dalla scatola degli altri fuochi, in modo da limitare il rischio di incendio e incidenti.
  • Bisogna fare attenzione alla direzione in cui si lanciano i fuochi, evitare le zone buie o balconi e finestre. Potrebbero essere presenti delle persone.  
  • I botti non vanno mai accesi dentro nessun tipo di contenitore, soprattutto se in ferro, perché l’esplosione potrebbe generare la dispersione di schegge in tutte le direzioni.
  • Tenere sempre un estintore a portata di mano, da utilizzare in caso di incendio.
  • Mai bagnare gli articoli con acqua, alcuni fuochi contengono alluminio che a contatto con l’acqua potrebbe andare in autocombustione, provocando lo scoppio non voluto dell’articolo.
  • In caso di ustione è consigliabile raffreddare la zona colpita per limitare i danni alla pelle determinati dall’aumento della temperatura. 
  • Se i botti non dovessero esplodere non provare mai a riaccenderli. Allontanarsi dalla zona e segnalare la loro presenza alle forze di Polizia, per la loro corretta inertizzazione mediante l’intervento di personale specializzato.
  • Non provare ad accendere i fuochi trovati per terra: taluni impiegano sino a 12 ore per bruciare il cartoncino pressato della spoletta.
  • Porre la massima attenzione nell’uso di prodotti con effetto scoppiante ed ai razzi o proiettili di qualsiasi specie, è dall’uso di questa tipologia di oggetti che – statisticamente – sono derivati gli incidenti di maggiore gravità.
  • E’ severamente vietata qualsiasi manipolazione dei prodotti (svuotamento e ricarica, unire più pezzi insieme, innesco di sostanze infiammabili, ecc.), anche perché integra il reato di illecita fabbricazione di prodotti esplodenti.

venerdì 18 dicembre 2015

23 DICEMBRE 2015, ABROGAZIONE REGISTRO INFORTUNI

Il decreto semplificazioni (Il D.lgvo 151/2015), attuativo del Jobs Act, ha abrogato l’obbligo di tenuta del registro infortuni.

Le aziende, dal 23 dicembre 2015 dovranno, in caso di infortunio sul lavoro, produrre la propria documentazione obbligatoria in formato elettronico e trasmetterla telematicamente, senza l’obbligo della registrazione degli infortuni e della tenuta del relativo registro.

Il registro infortuni dovrà essere, comunque, conservato per almeno quattro anni dall’ultima registrazione o, se non ci sono mai stati infortuni, dalla data di vidimazione.


Pertanto, in futuro, sarà semplicemente sanzionata la mancata comunicazione telematica con riferimento agli infortuni superiori a tre giorni con la sanzione amministrativa pecuniaria da 1.096 a 4.932 euro, mentre sarà abrogata la sanzione amministrativa per l’omessa tenuta del registro infortuni da € 516 a € 3.098.

mercoledì 16 dicembre 2015

IL NUOVO REGOLAMENTO EUROPEO PRIVACY E' ARRIVATO

Il 15 dicembre 2015, dopo quasi 4 anni dall’inizio dei lavori, è stato trovato l'accordo per il nuovo Regolamento europeo sulla protezione dei dati, che introdurrà un'unica legislazione in tutte le nazioni UE (in Italia, sostituirà l'attuale Codice Privacy - Dlgs 196/2003).
Il testo definitivo sarà formalmente adottato all'inizio 2016 e le aziende avranno due anni per adeguarsi
Con il nuovo Regolamento UE sulla privacy, vengono confermate importanti novità che erano già contenute nella proposta originaria del 2012, come il diritto all'oblio, il diritto alla portabilità dei dati, le notificazioni delle violazioni alle autorità nazionali e anche agli stessi utenti nei casi più gravi (data breaches), modalità di accesso ai propri dati personali più facili per gli interessati, il meccanismo del "one-stop-shop", con il quale le imprese avranno a che fare con un'unica autorità di vigilanza, e il concetto di "privacy by design".
Meno costi e burocrazie per le piccole e medie imprese: non saranno ad esempio più obbligatorie notifiche alle autorità di vigilanza e la possibilità di addebitare un contributo agli interessati per le richieste di accesso ai dati manifestamente infondate o eccessive.
Anche la figura del responsabile della protezione dei dati (data protection officer) sarà una figura facoltativa per le piccole e medie imprese, che non avranno neppure l'obbligo di effettuare la valutazione dell'impatto (privacy impact assessment), a meno che non esista un rischio elevato.

lunedì 14 dicembre 2015

LUCI E ADDOBBI DI NATALE IN SICUREZZA

Piccoli accorgimenti per evitare incidenti in azienda (ma anche domestici):

  • Fissare bene le decorazioni, facendo particolare attenzione, agli addobbi in vetro (preferibilmente sistemarli in alto) e a quelli che hanno parti piccole che possono esser ingerite da bambini;
  • Scegliete con cura anche la base dell’albero, che deve essere proporzionata alle dimensioni e al carico per evitare che si rovesci;
  • Tutti gli addobbi devono essere a norma: evitare di acquistarli dalle bancarelle;
  • Se si utilizzano luci dell’anno scorso, ispezionare con cura spine, filo e luci;
  • Se si utilizzano luci nuove, devono avere il marchio Ce e anche altri certificati di sicurezza privati (come il marchio IMQ); Conservare le istruzioni, che devono essere in italiano e l’indicazione se è per uso interno o esterno.
  • Le luci per esterno devono essere a bassa tensione (12 o 24 Volts);
  • Le luci per esterno devono essere dotate di un determinato grado di protezione (sigla IPXX) contro gli agenti atmosferici esterni, ovvero contro la pioggia (IPX3), gli spruzzi (IPX4), i getti d’acqua (IPX5) o stagne all’immersione (IPX7);
  • Ogni presa dovrebbe avere la sua spina, altrimenti procurarsi una ciabatta di buona qualità;
  • Non lasciare le luci accese quando l’azienda è chiusa. 



giovedì 10 dicembre 2015

E-COMMERCE, NO ALLA PROFILAZIONE SENZA CONSENSO

No alla profilazione senza consenso di gusti e abitudini dei clienti per l'invio di newsletter personalizzate. Lo ha affermato il Garante privacy in un provvedimento [doc. web n. 4487559] con cui ha vietato ad una società di e-commerce l'illecito trattamento dei dati di oltre 300 mila persone. La società - una delle più importanti nella fornitura on line di biglietti per spettacoli teatrali, manifestazioni sportive, concerti e nell'e-commerce di prodotti anche di marchi celebri -  non potrà più utilizzare i dati trattati in modo illecito. 

Dagli accertamenti ispettivi svolti dall'Autorità è emerso che la società raccoglieva dati personali attraverso tre siti, di cui uno operativo in più lingue straniere destinato ad utenti di paesi Ue ed Extra Ue. Il consenso richiesto, però, era preselezionato e unico per varie finalità, comprese quelle di marketing e comunicazione dei dati ad altre società, sempre per scopi commerciali. Una procedura contraria alla normativa, anche se l'utente poteva deselezionare il consenso e procedere alla registrazione al sito.

La società, inoltre, svolgeva, sempre senza consenso, un'attività di profilazione utilizzando un software per l’invio di newsletter personalizzate, "create" elaborando i dati relativi agli ordini dei clienti o anche ai prodotti inseriti nel carrello il cui ordine non era stato finalizzato. La società peraltro non aveva provveduto ad adempiere all'obbligo di notificazione al Garante previsto dal Codice per l'attività di profilazione, né aveva stabilito alcun tempo di conservazione dei dati personali raccolti tramite i siti.

Il Garante ha dunque disposto il divieto di uso dei dati dei clienti acquisiti illecitamente e ha prescritto alla società di adottare, entro sessanta giorni, le misure necessarie per mettersi in regola con le disposizioni del Codice privacy. La società dovrà, in particolare, integrare l'informativa indicando le aziende o le categorie economiche o merceologiche alle quali intende comunicare i dati per le loro finalità promozionali. Dovrà, poi, informare i soggetti, ai quali i dati sono stati già comunicati o ceduti, che non possono utilizzarli senza aver prima acquisito il consenso degli interessati.

La società dovrà, infine, prevedere tempi di conservazione dei dati e, alla scadenza, provvedere all'immediata cancellazione o alla  anonimizzazione permanente.

Fonte: Garante per la protezione dei dati personali

martedì 1 dicembre 2015

COS’È L’ERGONOMIA


L’ergonomia è una scienza che studia l’interazione tra l’uomo e i sistemi (attrezzature, procedure operative e contesto  ambientale  ) al fine di ottimizzare il benessere dell’uomo e di migliorare le prestazioni aziendali.

La  progettazione  ergonomica ha come scopo la  realizzazione  di  prodotti  e  sistemi  che  siano  adatti a essere usati dall’uomo, con sforzi minimi, senza commettere  errori  e  con  adeguati  livelli  di  comfort  e gradimento.

L’ergonomia si distingue in tre  diversi  aspetti
  • ergonomia  fisica;
  • ergonomia cognitive;
  • ergonomia organizzativa.



Gli aspetti fisici riguardano:
  • lo studio delle posture che i soggetti assumono quando compiono le attività di vita e di lavoro;
  • lo  studio  degli  sforzi  e  la  movimentazione  dei  carichi;
  • la manipolazione  di  strumenti  e  attrezzature;
  • l’incidenza dei fattori fisico ambientali sulle condizioni di benessere e salute;
  • gli spazi operativi e il layout delle attività.


Gli  aspetti  cognitivi  attengono:
  • alla  percezione  degli  stimuli;
  • alla  comprensione dei segnali;
  • all’attivazione dei controlli e della regolazione dei sistemi da parte dell’uomo, in rapporto alla capacità di valutare il carico di lavoro mentale nello svolgimento di un compito e le dinamiche di attivazione dei processi di decision making.


Gli aspetti  organizzativi riguardano:
  • fattori relativi a tempi;
  • metodi  e  ritmi  delle  attività;
  • il work design;
  • il  clima relazionale;
  • la comunicazione. 



Facciamo alcuni esempi concreti

Ergonomia fisica della postazione
  • Evitare o ridurre l’estensione delle braccia, la flessione del busto o la rotazione del busto
  • Progettare  il  layout  delle  attività  in  modo  da  eliminare le azioni di sollevamento manuale dei carichi e/o ridurne il peso
  • Assicurare  spazi  sufficienti  per  consentire  all’operatore di assumere la postura più naturale
  • Evitare  la  necessità  di  portare  le  mani al  di sopra del capo, al di sotto delle ginocchia o lontano dal corpo
  • Organizzare  il  layout  della  postazione  in  modo  che l’operatore si trovi al centro della sua area di lavoro
  • Garantire La temperatura dell’ambiente, umidità, velocità dell’aria e illuminazione confortevoli

Ergonomia organizzativa della postazione 
  • Organizzare  i  tempi  dei  turni  di  lavoro  in  modo  che l’impegno  fisico  aumenti  gradualmente
  • Prevedere  il  lavoro  in  gruppo  per  movimentare  manualmente carichi pesanti o ingombranti
  • Preferire   sempre   l’impiego   di   attrezzi   elettrici   per   i compiti in cui è richiesto l’esercizio di una forza, anche se non eccessiva
  • Assicurare  sempre  lo  stato  di  massima  efficienza  di  dispositivi  e  attrezzature  attraverso  la  corretta  manutenzione
  • Fornire formazione adeguata agli operatori sull’uso corretto delle attrezzature e sulle procedure applivative
  • Prevedere la rotazione degli operatori fra postazioni caratterizzate  da  compiti  diversi 
  • Progettare  le  mansioni  in  modo  che  l’operatore  svolga solo più di due azioni elementare
  • Organizzare  l’orario  di  lavoro  in  funzione  dei  tempi  di recupero  necessario
  • Preferire  dispositivi  ed  attrezzi  di  buona  qualità, leggeri e adeguati e  produttori affidabili

Ergonomia degli aspetti psico-sociali 
  • Informare  gli  operatori  sulle  modalità  più  corrette  per l’esecuzione  dei  compiti 
  • Rilevare eventuali condizioni di disagio o insoddisfazione nel lavoro
  • Sollecitare  proposte  di  miglioramento  da  parte  degli  operatori
  • Offrire  luoghi  accoglienti  e  confortevoli  per  i  momenti di  pausa