Sicurezza, Qualità e Privaci in azienda

venerdì 7 aprile 2017

VALUTAZIONE RISCHIO RAPINA

La rapina è un reato pluri-offensivo (violenza personale e furto) che può ledere l’incolumità personale e l’integrità del patrimonio.

Le attività lavorative interessate alla valutazione del rischio rapina sono quelle in cui i lavoratori manipolano denaro o merce, come ad esempio banche, poste, farmacie, tabaccherie, oreficerie, caselli autostradali, aree di sosta e di ristoro…


Un processo di valutazione, del rischio rapina, potrebbe essere composto dalle seguenti attività:

Analisi del contesto: ovvero “dove mi trovo”, in un ufficio, allo sportello, in un negozio con affaccio su strada o in un punto vendita di un centro commerciale, in ambiente chiuso o all’aperto, in un luogo affollato o isolato, ecc. Questa prima osservazione permette di prevedere una possibile stima di accadimento del rischio.
Analisi delle caratteristiche strutturali del luogo: analizzare punti di accesso come porte, finestre, tipologia e gestione di ingressi ed uscite, pareti interne e visibilità delle aree interne e di accesso, presenza di sistemi di allarme e sicurezza, postazione del personale. E’ utile per inquadrare i possibili accessi, passaggi, vie di fuga individuabili dal malintenzionato.
Analisi dei lavoratori e dei turni di lavoro: occorre chiedersi se il turno di lavoro prevede degli orari notturni o lavori in solitaria; se i lavoratori sono uomini o donne e tener conto delle loro caratteristiche fisiche e psicologiche.
Considerare la tipologia di luogo: nei luoghi senza particolare autorizzazione di accesso, i malintenzionati possono inizialmente passare inosservati, confondendosi con la normale utenza.  
Monitoraggio delle aggressioni e rapine avvenute in passato

Ad elevare il rischio, una volta che la rapina sia in corso, possono concorrere:
- il comportamento aggressivo del rapinatore;
- eventuali reazioni improprie dei dipendenti o dei clienti;
- la durata della rapina;
- l’uso delle armi.

I danni, in questo caso, sono rappresentati dai traumi fisici anche gravi e persino la morte e dai traumi psichici tra cui si segnala la possibile insorgenza di una sindrome post-traumatica da stress.

Dopo aver valutato i rischi e definito i danni, possiamo procedere all’individuazione delle misure di prevenzione e di protezione.
Se consideriamo la rapina dal punto di vista di rischio tecnico, allora la sua bonifica è strettamente correlata all’impiego di mezzi che la possono ridurre. Le telecamere, le porte di accesso, i sistemi per l’attivazione delle forze di polizia, la protezione dei valori sono tutti elementi che abbassano la probabilità dell’accadimento dell’evento.
Anche, l’adozione da parte dei lavoratori di comportamenti tesi a non incoraggiare i malviventi (attenzione all’apertura e alla chiusura, riporre il denaro in luogo sicuro in assenza di persone, ecc.) contribuisce a ridurre il rischio.

Tutto questo garantisce la salute e sicurezza, ma non anche il benessere dei lavoratori esposti. Ogni persona reagisce ad un evento cruento in maniera diversa ed un’ulteriore misura di prevenzione può essere costituita da un’attività di formazione che aiuti le persone esposte a riflettere sui comportamenti da tenere in tali situazioni ed a tenere sotto controllo e comprendere gli stati emozionali negativi che si sviluppano.
La preparazione adeguata è l’unica capace di trasmetterci quelle modalità comportamentali che consentiranno di creare un processo cognitivo personale che potrà non certamente eliminare ma almeno ridurre gli effetti di un’azione violenta.

Nella formazione è importante, non solo il ruolo del RSPP e del formatore, ma anche quello del Medico competente perché è lui che indaga e di conseguenza affronta e gestisce le reazioni delle persone.