Le Reti
aziendali sono prese di mira da attacchi ransomware, virus che bloccano i dati
chiedendo il pagamento di un riscatto - dai 500 ai 2.000 euro - per la restituzione.
Cybercriminali assoldano "rivenditori" consegnando loro
un kit di lavoro con investimento di 100 dollari.
L’uso di
rivenditori, ossia persone non esperte in informatica, ma in cerca di soldi
facili, aumenta l’impatto e la diffusione del malware. I rivenditori ricevono
in cambio della “royalty” un kit di lavoro composto da un file eseguibile da
diffondere tramite email alle potenziali vittime, e l'accesso a un pannello di
controllo con il quale monitorare i pagamenti provenienti dai malcapitati che
sono stati infettati.
I bersagli
preferiti dei ransomware sono soprattutto le aziende ed i professionisti, che
nei loro hardware possiedono dati preziosi per esercitare le loro attività, quindi più
propensi a pagare il riscatto.
Nei
giorni scorsi, è stato infatti scoperto KeRanger, il primo ransomware
completo per Mac OS X che colpisce anche il sistema operativo di Apple, mentre
l'FBI ha segnalato attacchi alle reti aziendali attraverso ransomware che
adirittura cancellano anche i backup dei dati..
Una volta
eseguito il ransomware, non c'è nulla da fare se non pagare per decriptatare i
dati e rientrarne in possesso: quindi le aziende possono solo lavorare sulla
prevenzione alzando il livello di protezione dei dati.