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giovedì 15 settembre 2016

PRIVACY E PETIZIONE ON-LINE

In rete esistono molteplici trucchi per estorcere subdolamente le nostre informazioni personali. 

La piattaforma di petizioni online Firmiamo.it ad esempio, che offre l'occasione di manifestare le proprie opinioni su diversi come quelli politici o sociali.

Nonostante le apparenze, Firmiamo.it non fa capo a un ente non-profit, bensì a una società commerciale di Londra che raccoglie e conserva i dati presso i server di Amazon.com in Irlanda.
Per firmare una petizione si è obbligati a prestare il consenso per la cessione dei propri dati per finalità di marketing, quindi coloro che sottoscrivono le iniziative si trovano poi bersaglio di campagne pubblicitarie. 

Per alti siti invece, come Change.org, il Garante della Privacy ha sollevato dubbi sulla correttezza dei trattamenti effettuati con i dati degli utenti, essendo spesso chiamati ad esprimere opinioni su temi sensibili.

La piattaforma, a dipsetto del domino. org non è affatto un’organizzazione senza scopo di lucro, ma un'impresa commerciale a tutti gli effetti con sede nella Silicon Valley.
Il loro business consiste nel catalogare i dati attraverso le opinioni espresse e vendere indirizzi email e altri dati degli utenti registrati.

Anche campagne che possono sembrare più semplici, magari organizzate dalle mamme per obbligare gli asili ad avvalersi della videosorveglianza, possono nascondere delle sorprese poichè possono sempre essere sponsorizzate da aziende con ben altri interessi.
E’ necessario sempre leggere l’informativa prima di sottoscrivere una petizione on-line altrimentri aziende e individui senza scrupolo possono entrare tranquillamente in possesso di preziose mailing list.

Quanto valgono i nostri dati organizzati?
Le aziende che vogliono acquistare i database di indirizzi email, oganizzati per preferenze dell’utente, devono sborsare prezzi che vanno dagli 85 centestimi al 1,50 euro (inchiesta de L’Espresso).


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